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Sul discorso inaudito di Lacan
di
Federica Arino
Sovversione del soggetto e dialettica del desiderio nell’inconscio freudiano è il testo di una conferenza tenuta da Lacan a Royaumont, nell’ambito dei Colloques Philosophiques Internationaux (19-23 Settembre 1960). In questa conferenza Lacan riscrive la storia del soggetto della scienza a partire dal rimosso soggetto del desiderio, cerca cioè di dar voce all’indicibile verità del desiderio -un discorso inaudito proprio perché non-udito- servendosi di uno strumento matematico-analitico: il «grafo del desiderio».
Il Maestro riproduce il movimento dialettico al quale il desiderio dà vita, a partire dalle due dinamiche, una ha a che fare con la dimensione immaginaria e l’altra con la dimensione simbolica, dalle quali esso si dipana. Nella prima dimensione il soggetto infante attraverserà delle fasi, prima tra tutte lo «stadio dello specchio», arrivando ad un punto in cui il desiderio sfugge al soggetto, inconscio, rimosso celato com’è nell’Altro, ciò equivale a mentire e a negare la mancanza ad essere.
Entriamo così nella dimensione del simbolico, il simbolico è propriamente l’inconscio ma nessuno lo sa… La legge del desiderio è appresa dal nostro corpo quando nel nostro puro movimento ci imbattiamo nella presenza /assenza della madre, primo vero Altro- il quale risponde, solo se può e quando vuole alla nostra insaziabile domanda d’Amore. Anche quando il bambino piange perché ha fame esprime una domanda d’Amore, ciò vuol dire che l’apprendimento del linguaggio nel bambino è funzionale alla sua urgenza di significare la mancanza, per non patirne più il muto ed angoscioso peso.
Al centro del grafo Lacaniano troviamo la teoria della castrazione simbolica, con cui egli cerca di significare l’indicibile di quest’assenza. Il fallo ha una doppia valenza, immaginaria e simbolica, esso diverrà appunto, da oggetto immaginario per il possesso della madre a significante dell’impossibile soddisfacimento del desiderio. Partendo dal complesso di Edipo il bambino, cercherà un rimedio alla dolorosa consapevolezza di non essere tutto per la madre (Altro) e lo troverà nella Parola che, dicendola, proprio per questo vela , occulta, rimuove la propria mancanza ad essere. Si chiude così il grafo con l’accettazione della mancanza che è la sola verità del desiderio.
Sintesi a cura della redazione
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