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NINO NON DOMENICO NOVACCO
di
Giuseppe Galasso
Si può sbagliare il nome di un amico che si conosce da decennii? Sì, si può. A me, almeno, non era mai capitato, è capitato, però, nel pubblicare su «L’Acropoli» la relazione che tenni a Roma il 12 dicembre 2006 per il 60° anniversario della SVIMEZ. Mi è accaduto, infatti (vedi il precedente numero di questa rivista, p. 115), di menzionare come presidente della SVIMEZ Domenico Novacco, peraltro degna e nota personalità , anziché il di lui fratello Nino. E non posso neppure invocare errori redazionali o equivoci tipografici. Porto io tutta intera la responsabilità di questo lapsus calami, del quale, col capo cosparso di cenere, chiedo scusa a Nino e a Domenico Novacco, alla SVIMEZ e ai lettori di questa rivista, sperando che nel lungo elenco dei miei peccati il giorno del Giudizio Universale non sia annoverato anche questo mio errore. Dovrebbe bastare – credo proprio – l’insulto di bile che mi ha preso nel constatarlo a cose fatte, ossia a fascicolo della rivista pubblicato.
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